Per cui, Quando è utile chiedere un colloquio psicologico?
Non esiste una regola oggettiva che stabilisca quando sia opportuno chiedere un consulto psicologico.
In realtà, a mio avviso, non è mai controproducente chiedere un consulto per fare chiarezza, e se ora sei alle prese con questa lettura, su una pagina del sito di uno psicologo, forse è perché sei alla ricerca di risposte che non arrivano, di una serenità che non intravedi da un certo tempo.
Allora, la vera domanda è perchè non lo hai fatto ancora?
Tra le tante motivazioni soggettive, quella che alcuni si danno, è il timore che le cose non cambino, che nulla possa modificare la propria situazione, la propria esistenza.
Per qualcun altro, invece, è l’idea stessa di cambiamento e il prezzo che essa comporti a frenarne gli intenti.
Cosa vuol dire?
Per molti il cambiamento psicologico potrebbe consistere nell’idea di abbandonare vecchie abitudini magari con altre più sane, riconsiderare i propri schemi mentali poco funzionali e sostituirli con altri più leggeri, snelli, adattivi.
Questo modo di intendere l’individuo rispecchia più il funzionamento di una macchina che la vera essenza di noi esseri umani!
Per cui, anche se questa idea è senz’altro allettante, essa in realtà è anche carica di timori, perchè ciò comporterebbe trasformarsi in qualcuno che in fondo non si conosce, nella copia di sè stessi.
Cioè chiunque sarebbe disposto a stare meglio o a fare chiarezza sui propri sintomi o disagi ma nessuno credo lo vorrebbe fare trasformandosi in qualcun altro.
Sono pienamente d’accordo, e non deve essere così!
Il terapeuta a mio avviso non deve essere un personal training che costruisce il ritratto di una persona diversa da Sè col rischio che dopo poco il castello cada in un sol colpo.
La terapia non deve “pompare” e nemmeno ha bisogno di farlo, perchè, Chi viene in terapia non deve migliorarsi, ma scoprirsi.
Chi viene in terapia non deve camuffarsi ma avere maggiore consapevolezza di cosa si stia intromettendo nella sua esistenza da renderla più pesante, opprimente, dubbiosa, cagionandogli sofferenza.
Insomma, scoprire Chi è davvero in questo momento, cosa desidera e cosa gli impedisce di ottenerlo.
A questa conoscenza di sè consegue il miglioramento della propria vita!.
Ad esempio, una persona che senta di avere una bassa autostima, potrà percepire i contesti relazionali come fonte di disagio e per questo decidere che la maniera più adatta per rafforzare questo suo modo di avvertirsi inadeguato, consista nel cambiare il suo approccio con le persone, magari migliorando la postura, il vestiario e l’eloquio, aumentando i sorrisi e guardando più spesso negli occhi, insomma, trasmettendo un immagine di sè più vincente in modo che gli altri la facciano sentire più accolta e rassicurata.
Da qui nasce l’idea oggi tanto in voga che per essere vincenti, ad esempio per migliorare la propria autostima bisogni rafforzare, potenziare, intensificare le proprie capacità.
In realtà questo genere di messaggi non fa che stravolgere la vera realtà dei fatti:
Chi sente di avere una bassa autostima non ha bisogno di capire come convincere gli altri ma necessita anzitutto di comprendere cosa di sè non gli è congeniale. Solo così potrà (senza nemmeno volerlo) trasmetterlo anche agli altri.
In definitiva, è sempre utile rivolgersi allo psicologo quando lo si ritiene opportuno. Magari per avere rassicurazioni circa una problematica emersa da qualche tempo, per attenuare un dubbio di cui non si riesce a venirne a capo, o perchè dopo diverso tempo e svariati tentativi quel certo disagio e malessere ancora persiste:
“Marco ha rotto con Laura da sei mesi ma questa volta la sofferenza non smette di dargli tregua;
Stefania non sa se accettare la promozione per Roma, e anche se i pro superano di gran lunga i contro, ogni notte si sveglia agitata ;
Giovanni teme che la sua ansia possa accompagnarlo per tutta la vita;
Nadia vuole capire cosa non va in lei”
Alfonso vuole ritrovare quel benessere che al momento non c’è.
A volte è il sintomo a spingere alla ricerca del professionista, altre volte invece è la maggiore conoscenza di sè e della propria vita a fare da forza trainante.
Tutte le situazioni, comunque, sono accomunate dalla ricerca di quella comprensione capace di ristabilire il senso della propria esistenza e di liberare dal disagio circa il momento che si sta vivendo.
Leggi le storie di Nadia e Carlo per avere un esempio concreto del mio modo di cooperare