Riconoscere nell’altro parti di sè

Riconoscere nell’altro parti di sè è una via fondamentale attraverso cui perveniamo ad una maggiore consapevolezza.
Questa breve storia aiuta a comprendere il senso di queste parole

Un giorno, dalle mura di una città, verso il tramonto si videro sulla linea dell’orizzonte due persone sul punto di abbracciarsi
 mas_alla3-300x166 Riconoscere nell'altro parti di sè

“Sono un papà e una mamma”, pensò una bambina innocente.
“Sono due amanti”, pensò un uomo dal cuore torbido.
“Sono due amici che s’incontrano dopo molti anni”, pensò un uomo solo.
“Sono due mercanti che hanno concluso un buon affare”, pensò un uomo avido di denaro.
“E’ un padre che abbraccia un figlio di ritorno dalla guerra”, pensò una donna dall’anima tenera.
“E’ una figlia che abbraccia il padre di ritorno da un viaggio”, pensò un uomo addolorato per la morte di una figlia.
“Sono due innamorati”, pensò una ragazza che sognava l’amore.
“Sono due uomini che lottano all’ultimo sangue”, pensò un assassino.
“Chissà perché si abbracciano”, pensò un uomo dal cuore arido.
“Che bello vedere due persone che si abbracciano”, pensò un uomo di Dio.
“Ogni pensiero rivela a te stesso quello che sei”.
“Esamina di frequente i tuoi pensieri”, concluse, “perchè ti possono dire molte più cose su di te di qualsiasi maestro”

 

Conclusioni:  Riconoscere nell’altro parti di sè

Personalmente credo che esistano diverse forme di consapevolezza e che ciascuna abbia una sua via privilegiata di accesso.

C’è una consapevolezza che necessita dell’esperienza, e che può esserre afferrata soltanto nel “mentre”, durante l’esperienza stessa. In questo caso lo scrutare i pensieri, prima o senza esser dentro l’esperienza stessa, non è di alcun aiuto, perchè è soltanto nel “durante”, nel “mentre”, che si perviene a qualcosa di nuovo. Insomma, potrei immaginare gli scenari futuri di un esperienza (un colloquio di lavoro, un esame medico, etc.) per cercare la piena consapevolezza, ma è solo durante tali esperienze che mi rendo conto per davvero cosa provo.

C’è poi quella consapevolezza che si coglie attraverso l’ascolto delle emozioni e dei propri pensieri, una consapevolezza “riflessiva”, legata alla capacità di ognuno di scrutare dentro di sè. NEll’esempio precedente, è dopo l’esperienza che metto ancora più a fuoco le emozioni che mi accompagnavano e come mi sento dopo. Questa consapevolezza può essere ricercata e attuata come una pratica quotidiana, mediante ad esempio l’utilizzo di un diario personale o di una breve meditazione.

Infine c’è quella conoscenza di sè, che è imprenscindibile dall’Altro e dall’apertura al suo incontro. Riconoscere parti di sè attraverso l’Altro, specie nelle esperienze comuni o anche solo immaginabili,  ci consente a volte di toccare tonalità emotive e spazi di conoscenza che altresì resterebbero sconosciuti. Riconoscere nell’Altro parti di sè, permette a volte di rivelarci quella parte di noi più inviolabile e a cui ( senza l’Altro) non avremmo accesso.

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Diego Chiariello

Psicologo clinico e Psicoterapeuta, da anni metto al servizio della mia comunità e di quella virtuale, l'esperienza e la passione per la pratica psicologica del benessere della persona.

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