Come è noto, una delle motivazioni principali che porta a richiedere un consulto dallo psicoterapeuta è per tematiche di tipo ansioso. Ansia e attacchi di panico sono sintomi molti comuni che spingono ad avvalersi della collaborazione del terapeuta.
Ma quanti tipi di ansia esistono? Essendo l’ansia un sintomo comune a più svariate situazioni, non è certamente possibile ingabbiarla entro un’unica categoria che possa dar conto del suo emergere sempre allo stesso modo.
Per tanto, è lecito chiedersi quanti tipi di ansia esistono? E’ sempre la stessa o cambia?

Certamente si! E’ una domanda legittima a cui va data risposta.

Con la premessa fondamentale che il nostro discorso va ben oltre la già nota differenza che passa tra “ansia sana” e “ansia patologica”, o tra ansia da prestazione e quella di performance.

google-gruppi-300x169 Quanti tipi di ansia esistono?

Insomma, quanti tipi di ansia esistono?

Per rispondere a questa domanda, utilizzeremo l’esperienza comune dell’andare al cinema.
Quando decidiamo di guardare un film, possiamo decidere di sceglierne uno di un certo Genere, ad esempio: romantico, drammatico, horror, thriller e così via. Nel fare questo, ci aspettiamo  che il film scelto rispetti certe caratteristiche, una certa trama e soprattutto che ci susciti quella gamma di emozioni che rientrano nel genere prescelto. Se ad esempio optiamo per un film horror ci aspettiamo che le emozioni che esso susciti siano paura, ansia, tensione e così via.
Stessa cosa se optiamo per un film autobiografico, romantico, drammatico, d’avventura…

Detto così nulla di strano! Eppure, qualcuno potrebbe storcere il naso.

Infatti, nei film troviamo sempre una commistione di emozioni. Cioè in un film horror è difficile che non ci siano momenti di gioia (magari in cui uccidono il personaggio cattivo), di tristezza, rabbia…etc.
Tuttavia, seppur in un certo genere di film le emozioni e i vissuti che esso suscita sono diversi, affinchè quel film possa rientrare in un certo genere è necessaria una preponderanza di certi vissuti emotivi anzichè di altri.
Come abbiamo detto, se optiamo per un genere horror ci aspettiamo che la paura e un certa tensione attraversino il film in maniera preponderante, se scegliamo un genere drammatico ci aspettiamo che siano altre emozioni ad esserlo e a guidare la storia.

Cosa significa questo?

Essendo la nostra storia  di vita, proprio come una sorta di racconto o film, con la sua trama, i suoi  personaggi e i suoi punti di svolta più significativi, è praticamente impossibile definire un’unico genere entro il quale ricondurre ad esempio l’ansia. 
L’ansia di Claudio legata alla possibile fine della sua storia d’amore, seppur simile all’ansia di Francesca del non riuscire a laurearsi Marzo, sarà di un’altro tenore, riconducibile ad una preponderanza di alcuni vissuti emotivi anzichè di altri. Allo stesso modo, la tristezza di Claudio per la fine della sua storia, avrà caratteristiche simili ma diverse rispetto alla tristezza di Francesca di non aver superato l’esame. Simili, perchè l’emozione principale che essi riportano è la medesima, diversa perchè uniche sono le storie di vita di Claudio e di Francesca.

Ad esempio, consideriamo sempre Claudio e Francesca rispetto all’ansia del prossimo esame universitario. Trattandosi di una stessa esperienza, ossia sostenere l’esame di Settembre, saremmo autorizzati a pensare che entrambi sperimentano la stessa tipologia di ansia.
Eppure, se entriamo nelle loro storie ci accorgiamo già da un primo racconto superficiale, che questo fatto non è assolutamente corretto.
Se infatti guardiamo ai due personaggi (Claudio e Francesca) e alle loro storie, scopriremo due esistenze e quindi due modi di avvertire l’ansia completamente diversi.
Infatti Claudio è in ansia per l’esame di Settembre, in quanto non essendo riuscito a sostenere esami da più di anno si è autoimposto come sua ultima possibilità proprio l’esame di Settembre. Se non passa questa volta, lascerà l’università, dovendo riconoscere ciò che il padre gli ha sempre fatto pesare, ossia di non essere tagliato per gli studi. Contemporaneamente già si anticipa il fatto che se non dovesse superare l’esame dovrà per forza ricercare un lavoro, nonostante si senta inadeguato anche solo a pensarci per qualsiasi possibile impiego.
La sua ansia dell’esame rivela un certo personaggio, un certo modo di sentirsi rispetto all’esistenza passata e futura, e tanto tanto altro ancora.
Dal canto suo, invece, Francesca è in ansia per l’esame di Settembre perchè anche questa volta come le altre teme di non riuscire ad ottenere il massimo dei voti. Il solo pensiero di non essere quella studentessa “perfetta” e sempre in linea con gli obiettivi prefissati la fa sentire male. Inoltre le aspettative dei suoi genitori sono tremendamente alte, essendo loro dei professionisti riconosciuti che non vedrebbero certamente di buon occhio un voto che non sia il più alto. Il suo spicato senso al perfezionismo, sintonizzato sulle alte aspettative dei genitori, l’hanno modellata nel corso del tempo come un personaggio competitivo e perennemente in ansia, ma su un versante per così dire meno fisiologico. Infatti, mentre l’ansia di Claudio si manifesta soprattutto sotto forma di film rispetto al futuro, Francesca sperimenta la sua ansia soprattutto come ansia somatizzata, cioè inerente al corpo.
Due storie, due personaggi, due esistenze diverse. Due modi di avvertire l’ansia dell’esame di Settembre (così come altre esperienze) dissimili.

Quindi, se nel cinema esistono diversi generi (thriller, drammatico, horror, autobiografico, etc.) allo stesso modo sono diverse le situazioni esistenziali (studio, lavoro, relazioni, famiglia e così via) dalla quale può emergere l’ansia e la tipologia stessa di ansia.

Come a dire che nella categoria “ansia” o volendo essere ancora più specifici, in quella dell’ “ansia dell’esame”,  ritroviamo tantissime storie, che pur presentando lo stesso vissuto di ansia,  presentano elementi diversi e quindi, anche una diversa tipologia di ansia.

Per cui, volendo rispondere alla nostra domanda: quanti tipi di ansia esistono? Uno o tanti? Uguali o diversi?, dobbiamo riconoscere che esistono diverse tipologie di ansia, perchè diverse sono le storie di vita di Ciascuno.

A questo punto però, se è vero che esistono tante ansie quanti sono gli esseri umani, ossia che la mia, la tua, la nostra ansia, possono essere simili sotto certi aspetti ma completamente diverse, come è possibile fare terapia? Se il modo di approcciarsi all’ansia di Claudio non è lo stesso per l’ansia di Francesca, come è possibile fare psicoterapia?

Come si fa a restare unici da un punto di vista terapeutico, senza per questo diventare degli alieni?
Cioè, come è possibile attuare una psicoterapia come scienza, se ogni persona è unica e diversa dall’altra?  

Se da un lato, le storie che raccontano Claudio e Francesca restano uniche, tuttavia la trama delle loro storie e altre caratteristiche che le contraddistinguono, ci forniscono quelle coordinate per comprendere la problematica che essi raccontano; ossia, entro quale “genere” o categoria di storia ci troviamo.
Infatti, anche se esistono svariate storie di ansia d’esame, tutte diverse per personaggi, trama, risvolti, esiti e così via, esse sono comunque accomunate dalla medesima tipologia di esperienza, seppur unico nel suo “Genere”.

Così, proprio come ciascun film si caratterizzerà per la sua trama, personaggi, scene salienti e punti di svolta che danno una certa direzione alla trama del film, allo stesso modo nella storia personale di ciascuno di noi è possibile ravvisare quegli specifici eventi e momenti che andranno a costituire i punti di svolta che inclineranno la nostra storia verso una direzione piuttosto che un’altra, ed entro cui è possibile ricercare il momento dell’ emergere dell’ansia. E sono proprio i punti di svolta, ossia i momenti più importanti che caratterizzano la storia di vita di ognuno ad essere i momenti da analizzare per ricercare il senso di un vissuto emotivo, come ad esempio l’emergere dell’ansia.
L’ansia, unica per ciascuna storia, va ricercata nella storia stessa, a partire proprio dal “genere di storia” che per quanto unica non è mai quella di un alieno, ma di una persona in carne ed ossa e per tanto comprensibile nella sua formazione e nei suoi risvolti, esiti e vissuti emotivi più importanti.
Ed è grazie a questa somiglianza di genere che è possibile l’esperienza della psicoterapia per storie che restano uniche per ciascuno di noi.
Solo così lo psicoterapeuta può entrare dentro l’unicità di una storia con una bussola che ne permetta l’orientamento; solo così può muoversi sulla base di una certa oggettività preservandone la sua soggettività.
In questo modo Ciascuno conserva la sua unicità e al contempo offre allo psicoterapeuta ( e a se stesso) la possibilità dell’ascolto e alla comprensione.

Diego Chiariello

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Diego Chiariello

Psicologo clinico e Psicoterapeuta, da anni metto al servizio della mia comunità e di quella virtuale, l'esperienza e la passione per la pratica psicologica del benessere della persona.

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