Psicologia della scelta: 10 spunti strategici per prendere una decisione

Psicologia della scelta: 10 punti strategici per prendere una decisione

pisoio-1030x396-1-300x115 Psicologia della scelta: 10 spunti strategici per prendere una decisione

“Divergevano due strade in un bosco,
io presi la meno battuta,
..e da lì tutta la differenza è venuta”

Come il poeta Robert Frost, tutti noi ci troviamo dinnanzi a decisioni determinanti per il nostro futuro ogni giorno.

Se vi trovate bloccati ad un bivio o, davanti a molte alternative, non sapete proprio cosa scegliete, ecco una raccolta di spunti provenienti dalla ricerca scientifica su come prendere una decisione.

 

1. Informarsi

Anche se le decisioni prese “di pancia” possono essere molto azzeccate, informarsi prima è un passo di vitale importanza. E’ assolutamente fondamentale raccogliere le informazioni di cui necessitate circa le opzioni a disposizioni ed analizzarle in modo adeguato. Alcune ricerche (ad esempio Dijksterhuis et al., 2009) mostrano che le decisioni dettate dall’istinto tendono ad essere più attendibili quando provengono da persone informate. Insomma, conoscere bene l’argomento in questione può rendere la propria intuizione maggiormente affidabile.

 

2. Parlare con persone che hanno dovuto affrontare decisioni simili

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Parlare con una serie di persone che hanno attraversato i diversi percorsi al vaglio e che sono disposte ad esporsi in modo sincero può essere molto utile. Ogni esperienza è diversa da qualsiasi altra, ma ci potrebbe essere comunque molto da imparare da quelle altrui. Alcune ricerche (come Gilbert et al., 2009) suggeriscono che questo approccio può essere molto utile per sviluppare la capacità di predire le proprie possibili reazioni a determinati eventi futuri.

 

3. Tenere in considerazione la dissonanza cognitiva post-decisionale

La ricerca dimostra che le persone tendono a vedere il percorso scelto più positivamente una volta intrapreso. Questo fenomeno è chiamato “dissonanza cognitiva post-decisionale” (Festinger 1957,Lawler et al., 1975), ossia l’incapacità di riconoscere e ammettere i propri errori o, nello specifico, di riconoscere di aver preso una decisione sbagliata. La dissonanza cognitiva post-decisionale può influenzare la nostra capacità decisionale spingendoci nella direzione verso cui ci stavamo già muovendo senza considerare vie alternative.

 

4. Chiedersi cosa si sceglierebbe se nessuno si intromettesse

In molte decisioni, i bisogni e i desideri delle persone amate sono centrali e assumono un certo peso. Spesso però siamo influenzati eccessivamente anche da altri fattori esterni, ad esempio quale scelta ci darebbe maggiore prestigio o cosa la gente penserà. Quando si cade preda di questi pensieri scomodi, una strategia utile consiste nell’immaginarci uno scenario in cui nessuno sappia o si preoccupi delle decisioni che prendiamo. E’ fondamentale identificare quali degli obiettivi che ci poniamo sono in linea con quanto vogliamo davvero e quali invece ci sono stati in realtà dettati da altro.

 

5. Non lasciarsi guidare dalla paura, senza però ignorarla

Per crearsi la vita desiderata occorre correre dei rischi, alcune volte anche grossi. Dire che non si devono mai prendere decisioni basate sulla paura sarebbe troppo semplicistico, visto che la paura ci proteggere dal pericolo, tuttavia quando incappiamo in decisioni molto importanti della vita sarebbe bene evitare di fare sempre scelte che ci proteggano da qualsiasi rischio. A questo proposito, si è visto che focalizzarsi sull’evitamento della paura invece di perseguire ciò che vogliamo è associato alla solitudine e l’insicurezza.

 

6. Cercare alternative

Spesso ci si focalizza solo sulle opzioni già vagliate, tralasciando potenziali alternative. Bisognerebbe chiedersi invece: esistono varianti alle opzioni considerate che potrebbero funzionare? Ci sono sentieri completamente diversi che varrebbe la pena esplorare? Per esempio, quando si sta cercando di decidere fra due potenziali partner, si potrebbe decidere di non scegliere nessuno dei due. Se si fosse molto indecisi potrebbe essere segno che nessuna delle opzioni è quella corretta e che, un terza possibilità, potrebbe essere quella più opportuna.

 

7. Smettere di pensarci per un po’

Ruminare su una decisione da prendere può avere conseguenze molto negative. Impantanarsi nei dettagli può interferire inoltre con la propria abilità nel fare chiarezza su cosa si vuole realmente. Alcune ricerche (tra cui Creswell el al., 2013) suggeriscono che distrarsi dalla decisione da prendere per un po’ di tempo e ritornarci poi con la mente fresca possa aiutare a fare la mossa giusta (naturalmente dopo essersi informati a dovere!).

 

 

8. Mettere alla prova ogni opzione

Alcune ricerche dimostrano che le persone tendono a prendere decisioni differenti a seconda dello stato d’animo che hanno nel momento della scelta. Per bypassare questo problema, immaginate di aver preso la vostra decisione e mantenete questa scelta per qualche giorno. Questa strategia vi permetterà di verificare come vi sentite nei giorni successivi sulla base della via che avete “scelto” di intraprendere.

 

9. Considerare come il vostro “sè futuro” si sentirà

Nel suo TED talk (qui l’intervento per intero in lingua originale) lo psicologo Daniel Gilbert afferma: “tutti noi ce ne andiamo in giro con l’illusione di essere appena diventati le persone che eravamo destinate a diventare e che saremo così per il resto della nostra vita..  ma si tratta di una illusione appunto” . Nella sua ricerca egli ha dimostrato che le persone tendono a sottovalutare quanto i loro valori, la personalità, le preferenze e gli hobby cambieranno nei prossimi dieci anni. Uscire da questa illusione ci può motivare a scegliere cosa è meglio per il nostro presente piuttosto che per il nostro futuro. Sebbene sia difficile predire esattamente cosa vorremo in futuro, sarebbe sempre meglio considerare la possibilità che si potrebbe desiderare qualcosa di molto diverso da quello che si desidera ora.

 

10. Accettare che la decisione perfetta non esiste

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Prendere una decisione difficile può essere particolarmente stressante quando si immagina che ci sia una sola scelta giusta possibile e si deve solo capire quale sia. La verità è che spesso anche questa fatidica “scelta giusta” ha i suoi lati positivi e negativi. Qualsiasi strada si decida di intraprendere si proverà sempre un po’ di tristezza, perdita e dispiacere, ma questo non significa aver fatto la scelta sbagliata.

Traduzione a cura di Luca Mazzucchelli

Vai alla fonte in lingua originale

Le mie osservazioni:

Compiamo continuamente scelte. Scegliere è una condizione imprescindibile dell’esperienza umana.

Kierkegaard diceva che la scelta è decisiva per il contenuto della personalità. Attraverso lo scegliere infatti, ogni volta definiamo noi stessi e la nostra esistenza.

Quando lo scegliere è per certi versi di non facile attuazione, i suggerimenti sopra elencati  potrebbero agevolare il processo decisionale.

A mio avviso, l’ essenziale resta soprattutto il riuscire a comprendere il tipo di difficoltà soggettiva che si sperimenta nell’atto della scelta.

Per alcuni, infatti, il problema della scelta potrebbe risiedere nel post-scelta, in quei pensieri che si affacciano dopo l’aver preso una data decisione e che turbano la quiete. In questi casi la difficoltà della scelta sarebbe soprattutto legata all’ansia che si presenta dopo una certa decisione. Ciò potrebbe condurre a non attuare preventivamente una certa scelta.

In questi casi il suggerimento è di non concedere troppo spazio ai timori che si presentano dopo una data scelta. In pratica di non fasciarsi la testa prima di cadere.

In altri casi, la difficoltà potrebbe essere soprattutto legata al timore e alla paura delle conseguenze di una determinata scelta. L’ansia di non fare la scelta giusta potrebbe portare a procrastinare e rimandare l’evento decisionale. 

In questi casi il suggerimento è di vagliare le possibili alternative senza però perdersi in troppi preamboli, tenendo presente che la scelta giusta non può essere sempre fatta a priori.

Inoltre, se è dagli errori che traiamo la maggior parte della nostra esperienza, è davvero così pericoloso sbagliare di tanto in tanto: pensaci!

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Diego Chiariello

Psicologo clinico e Psicoterapeuta, da anni metto al servizio della mia comunità e di quella virtuale, l'esperienza e la passione per la pratica psicologica del benessere della persona.

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