Le sensazioni allarmanti del corpo e i vissuti emotivi.
Durante questo periodo dell’anno, molte persone avvertono sensazioni allarmanti provenienti dal corpo. Possono insorgere durante le giornate di caldo intenso ed essere particolarmente invalidanti. Comprendono un aumento irregolare del battito cardiaco, un senso di vertigini, la sensazione di un cuore martellante, crampi allo stomaco, difficoltà a deglutire, di concentrazione, di sonno.
E causano ansia e malessere.
Di questo fenomeno, ne parlo in maniera più approfondita in questo post sull’estate i sintomi di ansia.
Oggi vorrei affrontare lo stesso disagio delle sensazioni allarmanti provenienti dal corpo, ma da un’altra angolazione. In questo caso, le sensazioni allarmanti sono causate da uno stato emotivo non riconosciuto, seppur ugualmente vissuto.
Come vedremo infatti un vissuto emotivo può essere vissuto e contemporaneamente non riconosciuto.
Le sensazioni allarmanti del corpo, in questo caso, sono generate dall’impossibilità o difficoltà a fare proprio un certo vissuto emotivo.
Il risultato di tutto questo, sono la nascita di sensazioni allarmanti senza alcuna causa apparente.
A cosa è dovuto questo fenomeno? Come si spiegano le sensazioni allarmanti?

Immaginiamo di fare jogging e di avvertire contemporaneamente il cuore che batte più velocemente. In questo caso generalmente non si avvertono sensazioni allarmanti, in quanto quel segnale corporeo (l’aumento del battito cardiaco) è ricondotto alla corsa, cioè alla sua fonte originaria.
Inoltre, non abbiamo nemmeno bisogno di ragionarci. E’ un sentire immediato che generalmente non allarma.
Immaginiamo adesso (per assurdo) di aver corso allo stesso modo, con il cuore che batte velocemente ma senza avere memoria della corsa. In questo caso, ciò che resterebbe sarebbe solo un cuore che batte improvvisamente senza un motivo. Una situazione che allarma!
(Va precisato, tuttavia, che tante persone potrebbero ugualmente avvertire una più o meno forte ansia, pur sapendo che l’accelerazione del cuore deriva dall’aver corso).
Facciamo ancora un esempio
Durante una discussione ci arrabbiamo e il cuore batte più velocemente. Come per l’esempio precedente, anche in questo caso sarebbero in molti a non provare ansia, in quanto ne riconoscono il senso e la causa.
Mettiamo invece che durante la stessa discussione ci attraversa un senso di rabbia o di paura che non può essere riconosciuto come vissuto emotivo in corso. In questo caso, ciò che resterebbe sarebbe ancora una volta un cuore accelerato, sganciato dalla sua fonte emotiva.
E per tanto, un cuore che allarma.
Un cuore che sembra improvvisamente accelerare senza motivazione.
La domanda a questo punto da porsi è: come è possibile avvertire uno stato emotivo e non riconoscerne l’origine, la causa?
A chi non è mai capitato almeno una volta di sentirsi arrabbiato, triste, o in un altro modo, senza averne ben chiara la motivazione. Come quando diciamo “Oggi mi sento nervoso senza motivo”.
In questo caso, lo stato emotivo è riconosciuto ( l’irritazione, il nervosismo) ma non la causa.
Cioè, ci sentiamo irritati pur senza comprenderne chiaramente il motivo.
Molte volte invece, il significato del nostro nervosismo, ci arriva dopo. Ad esempio riconosciamo di essere irritati per la discussione con il nostro partner avuta qualche giorno prima.
Per cui, mentre prima riconoscevamo soltanto lo stato emotivo (l’irritazione) ora ne comprendiamo anche il motivo (la discussione).
Come si vede, è abbastanza comune che di uno stato emotivo non sia riconosciuta la motivazione, nonostante lo si viva pienamente.
Come nell’esempio precedente, la difficoltà ad accedere al vissuto emotivo sentito, cioè l’irritazione nei confronti del partner, poteva essere dovuta a svariati motivi: timore di litigare, sentirsi feriti, timore che la relazione sia in crisi…
Le nostre emozioni e stati emotivi.
Da questi semplici esempi si può comprendere come uno stato emotivo può essere sentito senza poter accedere (riconoscerne) comunque la causa, l’origine.
Altre volte, invece, uno stato emotivo può essere avvertito ma allo stesso tempo confuso o anche “rimpiazzato” con un altro.
Ad esempio, è ciò che succede quando una persona alla fine di una relazione, afferma di sentirsi finalmente libera, ma in realtà è molto triste e amareggiata. In sostanza cerca di rimpiazzare uno stato emotivo con un altro.
In questo caso, “il rimpiazzare” la tristezza con la serenità, non sta ad indicare che possiamo davvero modificare il nostro autentico stato emotivo con uno più congeniale.
Possiamo “raccontarci” ( anche inconsapevolmente) di sentirci in un certo modo, ma è impossibile sfuggire ad un’emozione che ci appartiene. Cioè, potremmo credere di non essere più innamorati, ma non possiamo deciderlo a nostro piacimento.
Le emozioni non sono pensieri o ragionamenti, ma il modo di sentirci con noi stessi, il mondo e gli altri.
Allo stesso modo, non possiamo scegliere di innamorarci di una persona. Possiamo desiderare che sia così, sperare che col tempo avvenga, o anche confonderci che già lo sia, ma solo quello che al momento sentiamo è autenticamente quello che è.
Non abbiamo il pulsante per spegnere, nè tanto meno quello per accendere le nostre emozioni.
Per tanto, uno stato emotivo può essere confuso o non riconosciuto nell’origine, pur avvertendolo.
Sono nervoso (stato emotivo), ma non so perchè (origine).
Ma cosa accade quando uno stato emotivo non è riconosciuto per nulla, e non soltanto nella sua origine?
Le sensazioni allarmanti provenienti dal corpo.
Come abbiamo detto, ad uno stato emotivo corrisponde un certo modo di sentirci nel corpo. Se siamo arrabbiati, allarmati o spaventati, rispondiamo con una serie di cambiamenti avvertiti a livello corporeo.
Tra cui, un cuore che batte più velocemente.
E nel caso in cui tale stato emotivo non fosse riconosciuto per nulla, ciò che resterebbe sarebbe soltanto un cuore che batte velocemente senza alcuna motivazione. Tutto ciò equivarrebbe ad un vissuto di ansia più o meno forte.
Così, le sensazioni provenienti dal corpo, possono diventare allarmanti quando esse sono sganciate dal sentire emotivo che le genera, in quanto non riconosciuto come tale.
Proprio come una corsa di cui non ne abbiamo memoria, allo stesso modo non riconoscere lo stato emotivo alla base delle sensazioni che esso produce, significa non riconoscere la fonte dei cambiamenti corporei.
La conseguenza di tutto ciò sono sensazioni allarmanti che intensificano l’ansia e così il malessere ad essa collegato.
Da ciò può emergere un disturbo di ansia, fobico, ipocondriaco, che limita la vita di tutti i giorni e quindi il benessere quotidiano.
Quando non siamo in grado di riconoscere o accedere ad un vissuto emotivo da cui si generano le sensazioni allarmanti come quelle derivanti dall’ansia, c’è qualcosa che ce lo impedisce. Ed è proprio la difficoltà ad accedere al vissuto emotivo che sentiamo, che genera sensazioni che acquistano un valore di potenziale minaccia e allarme. Come nella storia di Giovanna e dei sintomi dovuti al senso di vuoto.
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