senso di vuoto

Il senso di vuoto di Giovanna è un vissuto che come un buco nero le assorbiva ogni  esperienza o relazione. Lentamente le stava tracciando un destino. Esso era anche all’origine dei suoi vissuti d’ansia. Tramite una psicoterapia breve Giovanna è riuscita ad appropriarsi di questo vissuto doloroso modificando il corso della sua vita.

L’ansia di Giovanna  ( I nomi sono stati modificati)

E’ risaputo che molto spesso l’ansia emerge (come crisi d’ansia o attacco di panico) in situazioni di per sé innocue, al punto che una persona non riesce a spiegarsene il motivo. E’ questo il caso di Giovanna che non riesce a comprendere il senso della sua attuale sofferenza.

Giovanna si definisce come una persona “ansiosa da sempre”. Un vissuto quindi per lei familiare e a certi gradi gestibile. Poi, una sera durante una banale discussione con il suo attuale compagno (Marco), l’ansia per la prima volta insorge come un intenso malessere.

Il racconto iniziale di Giovanna e la sua nuova vita

Mentre Giovanna discute con Marco, improvvisamente, avverte un giramento di testa, il cuore pulsare velocemente e la sensazione che il pavimento possa non trattenerla. Così in preda a questo nuovo e incomprensibile sentimento di paura e pericolo si abbandona all’abbraccio del divano.
E’ in quell’occasione che per la prima volta Ella si avverte destabilizzata, ossia senza stabilità.
Da quel giorno le crisi diventeranno sempre più frequenti, così come le circostanze in cui si verificano gli episodi. Giovanna, con l’insorgere della nuova forma di ansia, riduce il suo spazio di azione, di scelte e di opportunità. Supermercati, autostrade, piazze e tante altre esperienze precedentemente familiari, vissute come “scontate”, ora sono di volta in vol
ta eluse o accompagnate da un profondo malessere.
Intanto il rapporto con Marco entra in crisi, in quanto a dire del compagno, Giovanna è sempre annoiata e sfuggente (anche a letto).
Per Marco, l’atteggiamento di Giovanna non è imputab
ile al suo malessere attuale.

Il-senso-di-vuoto-di-Giovanna-21-300x166 Il senso di vuoto di Giovanna

L’ombra del vuoto.

Per quanto Giovanna si reputi una persona “ansiosa da sempre”, è soltanto da qualche mese che Ella si avverte in una condizione di intensa ansia e fragilità.
Quando Giovanna comincia il suo racconto, ci soffermiamo fin da subito sul rapporto con Marco, l’attuale compagno. Infatti, per quanto la storia con Marco, a dire di Giovanna, procede bene, in realtà è lei stessa a raccontarci delle continue lamentele del partner circa il suo cambio di atteggiamento. Certo, il suo comportamento potrebbe essere legato alle difficoltà di ansia dell’ultimo periodo, ma è utile esplorare questa dimensione della sua vita.
Giovanna mi racconta che la storia con Marco è cominciata da circa sette mesi dopo un forte periodo di turbamento e solitudine.

Cosa era successo? A cosa era dovuto quel vissuto di solitudine prima del loro incontro? 

Giovanna mi racconta che la storia con Marco cominciò sette mesi dopo la fine di una importante relazione di cinque anni con Giuseppe, l’uomo con cui progettava una vita assieme: matrimonio, casa, figli. Insomma, il compagno per una vita.
L’obiettivo di una psicoterapia breve, in questo caso, è quello di ripercorrere la trama di eventi a cui ricondurre l’intensificarsi della sua ansia. E per farlo, non siamo partiti dalla storia con Marco, bensì dalla fine della storia con Giuseppe (il suo ex).
In definitiva, ci siamo focalizzati sul periodo tra la fine di una storia e l’inizio dell’altra.

La fine della storia con Giuseppe (Il vuoto)

In questa fase di ricostruzione, come è naturale che sia, il racconto diventa lacunoso.
Ciascuno di noi nel narrare certi eventi della propria storia, tende ad omettere parti importanti del racconto. E questo soprattutto se gli stati emotivi legati a quella esperienza non hanno trovato uno spazio idoneo per essere tematizzati (elaborati).
Il lavoro di una psicoterapia breve, consiste proprio nell’appropriamento di quei vissuti non tematizzati.

Giovanna mi racconta che dopo un iniziale periodo di turbamento per la fine della storia con Giuseppe, col tempo aveva ripreso la sua solita vita.

Eppure, sulla scorta di un domandare coinvolto ed empatico, emergono una serie di vissuti da tempo sottaciuti. E il racconto acquista nuovi elementi.
La verità, è che al termine della storia con Giuseppe, Giovanna ne esce devastata.

L’ombra di Giuseppe.

Mentre la sua vita continuava a scorrere tra lavoro e impegni, il dolore per l’ex compagno la seguiva come un’ombra. Dopotutto, era l’amore della sua vita.
Giovanna mi racconta che i due decisero di iniziare una convivenza, all’inizio del quinto anno della loro relazione. Affittarono un piccolo appartamento grazioso e con mobilio a buon mercato. Giovanna era entusiasta di poter finalmente condividere una dimensione di maggiore intimità. Svegliarsi con Giuseppe accanto e raccontarsi la giornata, era quello che desiderava da tempo.
Così, seppur tra alti e bassi, si sentiva serena.

Poi però, qualcosa di impercettibile la turba. 

Giuseppe era stranamente distante, silenzioso e poco attento.
“Tutto normale”, le diceva, “è il lavoro“.

Ma una donna innamorata percepisce anche l’impercettibile, il minimo cambio d’atmosfera, e Giovanna già da un pò avvertiva l’incombere di un cambio funesto.
Lentamente, comincia ad insinuarsi un silenzioso ma persistente sentore.
Dapprima pochi segnali: un’uscita di troppo, uno squillo a vuoto, l’irritarsi alle sue richieste di rassicurazioni.
Quando Giovanna durante la cena gli chiede se andasse tutto bene, Giuseppe annuisce senza convinzione. Giovanna riavverte quell’insondabile sensazione di turbamento, cerca di derubricarla a suggestione, di reprimere l’allarme.
Poi, qualche mattina dopo, arriva quel fatidico “ti devo parlare“;
così annunciato eppure così inaspettato.

Giovanna è in ansia.

Quel tono perentorio le riverbera ancora dentro le ossa.
In quel momento la stanza e ogni cosa scompaiono dietro lo sguardo di Giuseppe. Tutto si restringe ai suoi soli occhi in cerca di un’espressione rassicurante.
Ricorda che il tempo è rapido e immobile: “Ora capisco cos’è un attimo infinito“.
Ma poi, inavvertitamente, comincia a piangere senza sosta. T
utto le era improvvisamente chiaro ancor prima di qualunque suono, frase o discorso, come chi avendo già ascoltato se stessi non necessita d’altro. Non riusciva più a zittirsi, a divincolarsi da sè, e i segnali precedentemente sparpagliati e confusi, erano adesso liberi di ordinarsi come tanti indizi di una trama scontata.
Nessun mistero, quindi, soltanto la sua stessa incredulità su come fosse riuscita per tutto quel tempo a mantenere nell’ombra le tessere di un un mosaico così evidente.
Giuseppe hai un’altra!”, gli dice certa,  seppur con la speranza di essersi sbagliata.
Lui piange con gli occhi abbassati, lei invece è più arrabbiata con se stessa.
Dopo la fine della storia, seguono momenti di tristezza composta e la palestra per ritrovare la forma e i rapporti d’un tempo lontano. Poi qualche breve incontro occasionale tra le lenzuola; appena per uscire dalla consueta solitudine; giusto per sentire di avere ancora un corpo di carne entro quel vuoto che risucchia ogni vissuto.

L’incontro con Marco e la nuova speranza

Ed è in questo momento storico della sua vita che arriva Marco, durante una cena con amici di entrambi. Marco mostra da subito tutto il suo interesse verso Giovanna.
E’ gentile, simpatico, e carico di vita. Dopo la cena, si incontreranno più volte e qualcosa lì dal fondo sembra riemergere. Comincia un’assidua frequentazione che culmina in una relazione.
E così Giovanna intravede una nuova speranza.

Marco le ricorda molto il Giuseppe innamorato, quel suo essere pronto a ricambiare ogni suo sguardo. Si sente coinvolta, presa, un’ emozione che credeva spenta per sempre.
Finalmente sente di essere fuori da quell’ombra che oscura ogni dove e adombra ogni attimo. Il tempo riprende a scorrere, e i giorni si distinguono uno dall’altro. Il sorriso forzato e meccanico, riacquista la sua piacevole leggiadria, la sua autentica esplosione involontaria.
E per questo, appena dopo qualche mese dall’inizio della loro frequentazione, Giovanna accetta di convivere con Marco.

Il senso di vuoto di Giovanna e il significato che le sfugge!

Ripercorrendo la trama della storia di Giovanna, possiamo immediatamente cogliere un fatto fondamentale. Giovanna fino a sette mesi prima dell’incontro con Marco, era pronta a passare la sua vita con Giuseppe. Non lo diciamo noi, non lo interpretiamo dalle sue parole, è lei stessa a raccontarcelo.
In seguito alla rottura, Giovanna attraversa un lungo periodo di solitudine in cui sperimenta un vissuto straziante: il vuoto.

Il primo “punto di svolta” nella storia di Giovanna.

La fine della relazione con Giuseppe stravolge il suo modo di avvertirsi. Ne esce segnata.
Dei sogni d’un tempo, dei progetti e fantasie ad occhi aperti, non resta che un’ombra. Tutto si eclissa.
E’ questo il primo “punto di svolta” nel racconto della storia di Giovanna. Uno sparti-acque tra un prima e un dopo nella sua vita che apre una profonda frattura. Eppure per quanto doloroso, questo vissuto emozionale non è tematizzato, non è riconosciuto come tale. Giovanna cerca di farvi fronte attraverso la ripresa abituale della sua vita, ma la sua esistenza è attraversata da continui momenti di vuoto a cui risponde con manovre tese a gestirlo: la palestra, brevi relazioni occasionali, infine Marco.
Giovanna incontra Marco entro quel senso di vuoto che ancora non riconosce come tale, per quanto sia vissuto in prima persona. Lo evade, lo allontana, lo anestetizza, lo colma, ma non se ne appropria come tale.
E per questo continua a trascinarselo come un vuoto senza volto, come un’ombra.

 Il senso di vuoto di Giovanna si palesa.

Ora che Giovanna nel corso della terapia riesce a distinguere i vissuti di vuoto che si presentano durante la giornata, l’ansia, che su di esso si erige, rientra ai livelli precedenti. Inoltre, maggiormente consapevole del suo vuoto esistenziale, Ella può ripercorrere (ricordare) quel sentire originario che aveva intensificato il suo livello d’ansia.

Giovanna mi racconta che un pomeriggio mentre era alle presa con le solite faccende domestiche, improvvisamente le riaffiora il ricordo di Giuseppe.
Non uno di quei vaghi ricordi passati, ma la sensazione di loro due al presente. 

Nei giorni a seguire si era poi sentita più ansiosa del solito, pur non comprendendone la ragione.

E’ da quel momento in poi che un’ansia già diversa dal consueto cominciava a farsi avvertire. Per cui, anche se non siamo ancora giunti alla sera del profondo malessere avvertito durante la discussione con Marco, Giovanna sente che era già in atto un intensificarsi dell’ansia.
Tutto questo Giovanna all’epoca non lo vedeva, non lo riconosceva come tale, pur vivendolo in prima persona.

Come mai? Perchè non riconosce il vissuto emozionale legato al ricordo vivo di Giuseppe?

Ciò accade in quanto un tale vissuto non può essere integrato nella sua attuale posizione di vita (cioè la storia con Marco). Infatti, questo suo sentire potrebbe significare che è ancora legata a Giuseppe, che forse lo ama ancora e non lo ha dimenticato, e che quindi la storia con Marco potrebbe terminare. La stessa storia che le ha fatto sentire di rinascere e la cui fine potrebbe ricondurla a quei giorni spenti e senza tempo.
E’ per questo che non può appropriarsi di quel vissuto di vuoto e accoglierlo per quello che è realmente.
Così, ogni volta che Giovanna (senza rendersene conto) si sente triste, vuota, arrabbiata o scossa per “il dolore vivo di Giuseppe”, si avverte in un maniera che non riesce a comprendere e quindi si allarma e sperimenta una forte ansia. Avverte cioè una serie di sensazioni fisiche che non essendo riconosciute nella loro origine, vengono riferite allo stato del corpo, segnali originati da un corpo malato.
Il cuore accelerato o il senso di vertigini non sono ricondotte a quelle emozioni. E per tanto, prive del loro ancoraggio originario, quelle emozioni diventano mute, lasciando Giovanna in balia di sensazioni che sembrano senza senso.

Viene da chiedersi come mai Giovanna sperimenta i sintomi nella relazione con Marco ?

Perchè i sintomi d’ansia intensa compaiono solo in seguito, quando incontra Marco, e non alla fine della storia con Giuseppe?
A cosa è dovuto questo fenomeno?
La risposta risiede proprio nell’incontro con Marco, che mobilita sia nuove speranze, sia il timore di ritornare a sentirsi sola. Un timore avvertito da quando il dolore per Giuseppe ( pur senza riconoscerlo) rientra a far parte dei vissuti di Giovanna. Ed anche, da quando la storia con Marco non è più così eccitante da trainarla fuori dal vuoto per Giuseppe, dall’ombra dell’ex.
In pratica, dato che all”inizio della nuova relazione Giovanna è molto presa, Ella può colmare il senso di vuoto con la nuova presenza di Marco. Ma appena la relazione entra in una fase di stabilità, il vuoto torna a riemergere e con esso il timore anticipatorio di andare incontro ad un nuovo possibile periodo di solitudine.
Chiaramente Giovanna non si accorge di tutto questo e per tanto diventa preda del suo cuore e della sua ansia.
In definitiva, la possibile perdita di Marco a causa del sentire doloroso nei confronti di Giuseppe, allarma Giovanna, è pericoloso, perchè potrebbe far terminare la storia con Marco e rifarle sperimentare un periodo di solitudine e di vuoto di cui ella ha già fatto esperienza.
Ed è proprio il fatto di averne già fatto esperienza che rende la possibile fine della storia con Marco tanto pericolosa per la sua stabilità personale.
E’ come se Giovanna già intravedesse ( pur senza accorgersene) il dolore e la solitudine dietro la fine della storia con Marco.
Tutto questo, non proviene da nostre interpretazioni, ma dal racconto di Giovanna.

“Il secondo punto di svolta”. Ritorniamo al punto di inizio e ci avviamo alla conclusione.

In questo breve percorso terapeutico, l’intento è stato quindi quello di permettere a Giovanna di riconoscere il suo senso di vuoto, e di uscire fuori dall’ombra dell’ex. E’ da esso che si generava il suo nuovo e diverso modo di sentirsi in ansia. Ripercorrendo l’origine di quel senso di vuoto, Giovanna è potuta così risalire al secondo “punto di svolta” del suo racconto di vita.
Ossia, al momento in cui l’ansia era diventata così forte da impedirle di vivere la sua quotidianità.
Come mai durante la discussione con Marco si sente per la prima volta destabilizzata e fortemente in ansia?

Giovanna ricorda che una domenica mattina mentre Marco è fuori a correre, lei vaga per i social: non ne può fare a meno quando è sola, perchè senza si sentirebbe persa (Vuota!)
E’ su Facebook, quando la mano autonomamente va in cerca di Giuseppe, qualcosa che non le accadeva più dall’inizio della storia con Marco.

La pagina del profilo che si apre è uno schiaffo in pieno viso. In primo piano c’è Giuseppe che abbraccia la nuova compagna.
“Chissà, forse sono innamorati”, pensa per un attimo
.

Quella sera stessa, mentre discute con Marco che le fa notare di non essere ancora pronta, Giovanna si appoggia al divano in preda ad un sentimento di paura e pericolo. Un’ansia mai avvertita prima aveva fatto il suo ingresso.

Ed è soltanto adesso che Giovanna può rileggere la sua storia con Marco.

Il loro incontro, come ella stessa ci racconta, ha il significato di una nuova speranza.
In questo caso però, ciò che le era sfuggito, ma di cui è poi diventata consapevole, è il posto che aveva assegnato a Marco nella sua vita.
Il ruolo che Marco doveva occupare per gestire quel vuoto che si trascina dalla storia con Giuseppe (e probabilmente da ancor prima)
Infatti, anche se nei primi mesi di convivenza Giovanna si sente rinata, appena la relazione entra in una dimensione di quotidianità, contemporaneamente Marco le appare noioso e irritante.
Al calare della fase eccitante di scoperta che trainava Giovanna fuori dall’ombra dell’ex, il vissuto emotivo riemerge. Senza comunque essere tematizzato, ossia riconosciuto come tale.
Non essendosene appropriata, Giovanna è nervosa e si arrabbia con Marco. Il compagno le fa notare il cambiamento nei propri riguardi, ma Giovanna lo accusa di essere infantile, di non avere ambizioni e un progetto di vita assieme.
Per cui, mentre Marco stava vivendo una convivenza di cinque mesi e il suo naturale sviluppo, Giovanna viveva ancora
dentro il precedente progetto di vita. Quel progetto irrealizzato che gli eventi avevano stroncato.
E’ soltanto con questa rinnovata consapevolezza che Giovanna può guardare alla sua storia con Marco, senza più ombre e progetti preconfezionati.
E come Ella stessa sottolineò:

Solo adesso sto scoprendo Marco per Colui che è. Sta cominciando una nuova storia.

La fine della psicoterapia breve di Giovanna (e il nuovo inizio)

Con questa nuova acquisizione Giovanna entra sempre di più in confidenza con il suo senso di vuoto, e ogni volta che adesso lo sperimenta, lo riconosce, e così che quella forte ansia rientra. Riconoscerlo non significa eliminarlo, dato che nessuna emozione sentita può essere eliminata, ma permette di accoglierlo e viverlo per quello che è. Potendo ora infatti accogliere il senso di vuoto che la fine della storia con Giuseppe aveva accentuato, il dolore è sentito e compreso come tale. E per tanto, non rappresenta più un’emozione che la assale allarmandola. Giovanna decide di parlare con Marco circa il dolore per la fine della sua precedente relazione, e di condividere la rabbia e la tristezza per essere stata tradita.


Fuori dall’ombra dell’ex

Giovanna può ora, altresì, ricontestualizzare (rileggere) la stessa storia con Giuseppe. I sensi di colpa per non essere stata attenta ai segnali e non aver capito cosa stava succedendo, trovano il significato atteso. Giovanna comprende il ruolo che lo stesso Giuseppe in qualche modo aveva avuto nel gestire quel senso di vuoto già presente. Si rende conto, quindi, della funzione strategica che l’Altro stava ricoprendo nella sua vita per gestire il vuoto. E’ per questo che non tende a vedere ciò che le è già chiaro, ossia il tradimento in corso di Giuseppe.
Questa nuova consapevolezza le consente di fare un passo avanti rispetto a quell’ombra che aleggiava sulla sua esistenza e che le stava tracciando un destino.

Attraverso questa nuova acquisizione, l’Altro non è più cercato come un bisogno per gestire il suo vuoto, ma come una Scelta, una Possibilità. Ora Giovanna sente che la vita è una sua responsabilità, e che spetta a lei prendersene cura. Ciò non vuol dire escludere l’Altro dalla propria vita, tutt’altro, significa sceglierlo per davvero e non per la sua funzione di mero sostegno.
Insomma, adesso Giovanna riesce autonomamente a ricontestualizzare (rivedere) gli avvenimenti più significativi della sua storia personale e ridare nuovo senso alla trama dei fatti della sua esistenza.
Ed è in questo che consiste il reale cambiamento:

ripercorrere i passaggi passati più significativi, per connetterli al presente in corso e al futuro progettato.
Il vero cambiamento deve poter abbracciare le tre dimensioni temporali in un’unica trama, quella della propria storia di vita.