Gli adolescenti e le regole sulla loro sicurezza in web
Sugli adolescenti e la loro sicurezza in web, Elvira Serra ha scritto un interessante articolo che ha avuto come sfondo sìla giornata tenutasi nella Sala Montanelli del Corriere della Sera a Milano dove: docenti, esponenti delle istituzioni, insegnanti e tecnici si sono confrontati con studenti delle medie e delle superiori sui pericoli del Web.
Molto utile da un punto di vista pratico il decalogo sulle regole della sicurezza in web per un corretto utilizzo di internet da parte di fruitori come gli adolescenti tanto abili nel navigare quanto maggiormente esposti alle insidie e ai pericoli della rete.
Quanto incide la Rete sulle nuove generazioni? Moltissimo.
Ai nostri tempi per fare una ricerca andavamo in biblioteca o dalla compagna di classe che aveva l’enciclopedia universale; agli amici di penna scrivevamo sporadiche lettere in un corsivo incerto; e per incontrare qualcuno andavamo in parrocchia. Oggi tutte queste cose si possono fare restando nella propria cameretta con il computer o lo smartphone accesi.
È di sicuro una opportunità, con un potenziale sterminato. Ma bisogna mettere in conto i rischi. Un adolescente/bambino che naviga da solo su Internet può incorrere nel Gatto e la Volpe versione 2.0.
A loro è stato chiesto che cosa li spaventa di più della Rete e come possiamo aiutarli a sfruttarne le potenzialità.
La risposta più forte è stata una: non lasciateci soli.
(Il decalogo della sicurezza in web)
- I genitori devono accompagnare i figli, essere per loro interlocutori attivi. Non saranno mai al passo con generazioni che sono nate in Internet, ma possono dimostrarsi capaci di affrontare e condividere esperimenti/dubbi nelle situazioni più delicate.
- La scuola non può escludere dai propri spazi la cultura digitale. Anche gli insegnanti devono essere (in)formati.
- I provider e le aziende che operano nella Rete devono continuare a cercare modi di agire in modo responsabile. Stabilire una strategia di autoregolamentazione che venga costantemente aggiornata.
- La libertà nella Rete, di cui i nickname fanno parte, è una conquista e non va demolita a colpi di legge. Ma tutti, soprattutto i giovani, siano al corrente del fatto che l’anonimato – in caso di denunce – può essere smontato dalla polizia postale.
- Denunciare un cyberbullo è possibile. Ma uno strumento poco conosciuto è l’ammonimento del questore: a lui il compito di chiamare l’interessato e avvertirlo che è sotto osservazione. Spesso questa strada, che esclude azioni penali, risulta efficace.
- Usare il gruppo come strumento per contrastare i cyberbulli. Aiutare i ragazzi a creare un contro movimento che dia sostengo a chi è stato preso di mira.
- Creare consapevolezza tra i ragazzi: portarli a chiedersi, prima di pubblicare una frase o una foto, se la vorrebbero leggere/vedere se fosse riferita a loro.
- Mostrare ai più giovani i rischi di un uso disinvolto della Rete che lascia tracce difficilmente cancellabili nel tempo.
- Mostrare di condividere con i ragazzi le potenzialità positive della Rete. Di conoscenza, esperienza, vicinanza. Non cedere all’equazione della paura per cui rischio = danno.
- Avanzare a piccoli passi, consapevoli che siamo davanti a un cambio di paradigma. Che vecchie parole come regole, leggi, codice si sono svuotate. I rischi nella Rete costituiscono un problema aperto che va affrontato senza ideologie.
Conclusioni
Sappiamo bene come la rete possa essere piena di pericoli soprattutto per i minori. E’ bene sempre tenere a mente che per quanto possano essere degli abili navigatori del web mancano ancora della stessa esperienza e competenza nella vita. Semplicemente, i ragazzi sono tali sia nel mondo reale che in quello virtuale. Aiutarli ad individualizzarsi resta un’unica sfida.
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