I 5 Comportamenti di chi vorrebbe accontentare tutti

Ci sono persone che vorrebbero accontentare tutti, che non riescono a dire no se non con grande difficoltà. Il desiderio di vedere le altre persone contente è molto nobile. Significa altruismo…

A volte però può diventare problematico. La necessità di accontentare tutti può impedirci di vivere serenamente la nostra vita, obbligarci a fare cose che non vorremmo e soprattutto a mettere in secondo piano i nostri desideri per salvaguardare quelli degli altri.

Per alcuni può configurarsi un vero e proprio circolo vizioso:
quando sai cosa gli altri si aspettano da te, tu non puoi fare a meno di darglielo.

Vediamo quali sono i 5 comportamenti principali messi in atto dalla persone che vogliono accontentare tutti.

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#1 NON SANNO DIRE NO.

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Rispondere sì alle richieste di tutti significa dover dire no a qualcos’altro. Da una parte potrebbe trattarsi di rinunciare al tuo tempo libero, diventando così l’unica persona a cui sei in grado di rispondere di no. Dall’altro, quando le richieste degli altri diventano troppe e assai frequenti, dovrai inevitabilmente fare delle differenze e dire di no a qualcuno.
Così, saranno proprio le persone a cui sei più legata a farne le spese, cioè quelle a cui dire no è più facile perché la confidenza è maggiore.

Suggerimento: se rispondere di sì è diventata una risposta automatica (uno schema), comincia a rispondere “non sono sicuro, devo controllare”. In questo modo potrai prendere tempo e valutare a mente fredda la tua reale disponibilità. All’inizio potresti avvertire il senso di colpa e l’irrefrenabile desiderio a dire di si, ma aspetta. Abbiamo il diritto di prenderci del tempo e ragionare senza che l’altro si aspetti subito un si poco meditato.

 

#2 PRENDERE DECISIONI TI AFFATICA MOLTO.indecisione I 5 Comportamenti di chi vorrebbe accontentare tutti

Quando si prendono decisioni chiedendosi quale sarebbe la decisione che gli altri vorrebbero vederci prendere, assumere decisioni può diventare molto difficile. Infatti, non potendo scrutare nella loro testa non ci resta che fare riferimento a qualcosa che vagamente ci sembra possa essere il loro modo di pensare. Spostando in questo modo tutto il peso decisionale su un versante emotivo, il risultato è che ogni decisione può alla lunga diventare motivo di malessere.

Suggerimento: mettiti al centro della decisione. Cosa ti piace, cosa non ti piace. Cosa ti sembra migliore e più giusto, cosa invece eviteresti. Parti dal presupposto che accontentare tutti è impossibile.

 

#3 NON CHIEDI AIUTO.

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Rispondendo sempre di sì a tutti, saremmo legittimati a domandare agli altri qualsiasi favore. Invece chi si prodiga tanto per gli altri, paradossalmente, difficilmente chiede aiuto.

Suggerimento: chiedere favori è una cosa che si può imparare. Si deve imparare. E’ sbagliato non saper contare sugli altri. Allenati chiedendo un piccolo favore alla prima occasione.

#4 NON VIVE  SECONDO I SUOI VALORI E DESIDERI.

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Se investiamo tutto il nostro tempo ed energie per confermare l’opinione che gli altri hanno di noi, non ce ne resta per fare quelle cose che davvero vorremmo fare. Magari preferisci stare con il tuo fidanzato, ma non riesci a dire di no a un’amica che ti chiede di uscire. Oppure l’esatto contrario, preferisci stare con un’amica ma non riesci a dire no al tuo fidanzato.

Suggerimento: stabilisci all’interno della settimana del tempo per te. Decidilo a priori e prendine abbastanza per fare ciò che veramente vuoi senza l’ansia dell’orologio.

#5 NON STABILISCI DEI CONFINI SALUBRI TRA TE E GLI ALTRI.

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La disponibilità che concedi agli altri è la misura della tua identità. Se ti si può chiedere tutto gli altri cominceranno a considerarti come un’estensione delle loro opzioni ogni volta che dovranno risolvere qualcosa. E non come un’altra persona che gentilmente concede loro un favore.

Suggerimento: evita che le persone si approfittino di te. Puoi concedere un favore, ma non può diventare un’abitudine. Imponiti di rifiutare se il numero di favore fatti alla stessa persona stanno diventando troppi, se tra un favore e l’altro è passato poco tempo e se i favori richiesti ti obbligano a spendere molte energie.

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10 cose che (forse) non sai sull’autostima

L’autostima è una dimensione intima del nostro sentirci. Queste 10 cose che (forse) non sai su di essa serviranno a fare maggiore chiarezza su un concetto tanto diffuso quanto poco chiaro.
L’autostima è un concetto psicologico attorno al quale ruota un mercato di miliardi di dollari.
Vista la moltitudine di articoli, libri, programmi e seminari (spesso della durata di pochi giorni e descritti come “miracolosi”) volti al miglioramento dell’autostima, si potrebbe pensare che la nostra comprensione di questo costrutto psicologico sia piuttosto avanzata.

Purtroppo non è così: vi è ancora un certo disaccordo su che cosa essa sia in realtà.

Dopo decenni di discussioni in merito alla definizione di autostima, vi sono tuttavia alcuni punti su cui la maggior parte degli psicologi sembra concordare. Eccoli

bassa-autostima_1-300x135 10 cose che (forse) non sai sull'autostima

 

1. Vi sono diversi tipi di autostima

Gli scienziati concordano sul fatto che la nostra autostima possa essere sia “globale” (cosa pensiamo di noi stessi e come ci sentiamo con noi stessi in generale) sia “specifica” (cosa pensiamo di noi stessi e come ci sentiamo con noi stessi in ruoli specifici, ad esempio come genitori, come professionisti, come sportivi etc).

Anche se tutti noi abbiamo diversi domini specifici di autostima, non tutti hanno la stessa importanza, perché…

 

2. L’impatto dell’autostima specifica su quella globale varia

Più un dominio specifico di autostima è importante e significativo per noi, più questo impatterà sulla nostra autostima globale. Per esempio, giocare una pessima partita di golf non ci danneggerà molto se per noi il golf non è così importante, ma creerà potenzialmente una grave ammaccatura nella nostra autostima globale se siamo giocatori di golf professionisti.

Ecco perché…

 

3. La nostra autostima oscilla di giorno in giorno e di ora in oraimages 10 cose che (forse) non sai sull'autostima

Proprio come in una classica “giornata no” dei nostri capelli che si rifiutano di stare al loro posto, un giorno possiamo alzarci che stiamo particolarmente bene con noi stessi e ci sentiamo sicuri di noi, mentre soltanto il giorno dopo possiamo sentirci totalmente incapaci. Solitamente crediamo che la nostra autostima sia cristallizzata, o alta o bassa, invece è molto più fluida e dinamica: subisce aumenti e diminuzioni in base ai feedback interni che ci diamo e a quelli esterni provenienti dall’ambiente.

Spesso si pensa che avere un’autostima molto alta sia la condizione ideale, invece…

 

4. Avere una autostima molto elevata non necessariamente è un aspetto positivo

Idealmente, la nostra autostima dovrebbe essere ragionevolmente alta, ma non eccessivamente alta! I narcisisti tendono ad avere sentimenti di sé molto alti, tuttavia la stima di sè che essi hanno è anche fragile e instabile. Anche gli insulti più piccoli possono far sentire il narcisista profondamente ferito. È per questo motivo che le persone con una percezione di sè ragionevole (e stabile) tendono ad essere psicologicamente più in salute rispetto a quelli con una autostima alta (ma fragile).

Se pensate che i narcisisti siano incredibilmente attraenti, ciò potrebbe essere dovuto al loro aspetto sempre impeccabile, ma questo non dice molto della loro autostima perchè…

 

Le sei verità sull’essere felici!

Leggi

 

5. L’autostima non è correlata all’attrattività fisica

aspetto-fisico-300x194 10 cose che (forse) non sai sull'autostimaAlcuni studi hanno scoperto che persone con una bassa stima di sè venivano giudicate attraenti tanto quanto quelle con alta autostima. Ciò che fa la differenza invece è come noi ci presentiamo agli altri. Immaginate due persone ugualmente attraenti: quello che si sente meglio con se stesso, vestirà in modo più interessante, sarà più sciolto e sicuro di sé, quindi lascerà un’impressione migliore rispetto alla persona insicura…

Se credete di essere persone attraenti, probabilmente vi sentirete meglio con voi stessi anche perché la gente vi darà più attenzioni e vi farà più complimenti, mentre invece…

 

6. Le persone con autostima bassa sono resistenti ai feedback positivi

Sfortunatamente, avere una bassa autostima ci rende resistenti ai complimenti e ai rimandi positivi che, invece, potrebbero aumentare il nostro sentimento di sentirci attraenti. Quando la nostra autostima è bassa, ci sentiamo non degni di ricevere lodi. Molte persone cercano di migliorare la loro autostima facendosi da soli i complimenti in forma di affermazioni positive, per esempio “Sono attraente e degno di amore” o “Avrò presto un grande successo”.

Purtroppo …

 

7. Affermazioni positive possono far sentire le persone con bassa autostima… anche peggio!

Quando le persone con bassa autostima ricevono complimenti, non solo sono resistenti, potrebbero sentirsi addirittura peggio. Infatti, quando un apprezzamento cade lontano dal proprio sistema di credenze, si tende a rigettarlo. Quando qualcuno si sente profondamente debole e senza potere, ricevere un complimento di forza e di prestanza non fa altro che ricordare alla persona quanto in quel momento invece si sente esattamente nella condizione opposta. Ironia della sorte, le persone che tendono a beneficiare maggiormente di affermazioni positive sono coloro che hanno già un’alta autostima.

I complimenti “auto rivolti” non sono l’unico “rimedio fai da te” utilizzato per aumentare la propria autopercezione positiva. Sul mercato ce ne sono molti altri, purtroppo tutti seguono il principio appena esposto. Infatti..

 

8. La maggior parte dei “programmi” per aumentare l’autostima… non funzionano!!

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Alcuni studi mostrano che l’autostima di molte persone non cambia dopo l’utilizzo di programmi e seminari volti a promuoverla. Allora, perché questo costrutto mette comunque in moto un mercato così fiorente? Gli studi in questo senso hanno scoperto che, dopo aver svolto un programma di incremento dell’autostima, tendiamo a distorcere i nostri ricordi di come ci sentivano prima di iniziare, e ricordiamo il nostro precedente livello di autostima come più basso di quello che era in realtà. Crediamo dunque che la nostra autopercezione sia migliorata quando, in realtà, non è cambiata.

E’ un vero peccato che molti di questi programmi non funzionino, poiché…

 

9. Avere un’autostima ragionevolmente alta funziona come un “sistema immunitario emozionale”

Quando la nostra stima è più alta, soffriamo meno di stress e ansia, sperimentiamo rifiuti e fallimenti come meno dannosi e ci riprendiamo da esperienze dolorose in tempi più rapidi. In questo senso, l’autostima può fungere come “sistema immunitario emozionale”, che ha la funzione di tamponare le nostre ferite emotive e psicologiche.

Ne consegue che dovremmo fare tutto il possibile per proteggerla e rafforzarla, eppure…

 

10. La maggior parte dei danni alla nostra autostima sono auto-inflitti

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Purtroppo, spesso reagiamo a rifiuti e fallimenti diventando autocritici, mettendoci ad elencare tutti i nostri difetti e le nostre carenze, rivolgendoci a noi stessi con epiteti offensivi e prendendoci metaforicamente a calci quando siamo già giù. Inoltre utilizziamo ridicole giustificazioni danneggiando ulteriormente la nostra fragile autostima quando è già ferita, ad esempio “Me lo merito!”, “Questo mi servirà per restare umile”, “Devo tenere le mie aspettative più basse”, “Mi detesto”. C’è un programma adatto a tutti e che può fare miracoli per la nostra autostima: abolire le autocritiche inutili e i dialoghi interni punitivi … ed è anche gratuito!

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Le mie osservazioni:

Non è così semplice come si potrebbe credere, definire il concetto di autostima. Per alcuni addirittura non avrebbe ragione di esistere se non per il business e il mercato che muove.

Tuttavia, trovo davvero utili e interessanti alcune di queste delucidazioni su questo costrutto psicologico.

Innanzitutto,  l’idea che esista una  autostima specifica per ciascun ambito della propria vita e che essa sia variabile da periodo a periodo, richiama l’assunto che ognuno di noi ne abbia una propria e che non sia possibile stabilire un valore oggettivo per tutti.

Il modo di sentirsi di ognuno cambia ed è unico da individuo a inviduo.

Inoltre, introducendo le variabili dello spazio ( i diversi ambiti della vita di ciascuno) e del tempo ( il momento di vita in cui si è immersi) si può comprendere perchè una persona potrebbe avere una maggiore autostima in certi spazi (ad esempio io potrei sentirmi sicuro nei rapporti lavorativi ma meno abile in quelli interpersonali), e in certi periodi anzichè altri (è da quando sono diventato single che mi sento più insicuro).

Un’ultima considerazione riguarda l’dea di un’autostima globale che risente dell’autostima specifica, ossia dell’autostima appartenente a una singola area o ambito di vita. Infatti, se è vero che una certa fragilità in una specifica area possa avere un impatto sul livello generale di autostima, abbassandone il grado, è vero anche il contrario. Difatti, una maggiore sicurezza in una singola area potrebbe accrescere in maniera complessiva l’austotima percepita globalmente. Ciò significa che l’aumento di sicurezza percepita ad esempio nei rapporti professionali potrebbe aumentare anche quella nei rapporti interpersonali e viceversa.

Insomma, la fiducia accresciuta in un ambito nel quale si avvertiva una certa fragilità, non resta necessariamente limitata a quell’ unico campo ma ha quasi sempre un valore circolare. 

“ Il compito principale nella vita di ognuno è dare alla luce se stesso ”.
(Erich Fromm)

 

 

 

Perché rimando sempre le cose? (prima parte)

Articolo lungo, di cui riporto soltanto una parte, sul tema della procrastinazione, ossia  “l’abitudine” a rimandare continuamente impegni e compiti non riuscendo spesso a portarli  a termine entro un  periodo prestabilito.

procrastinare Perché rimando sempre le cose? (prima parte)

A tutti noi capita di procrastinare, di rimandare compiti ed impegni, di posporre la realizzazione di un progetto, o perché c’è qualcosa che non ci piace in ciò che dobbiamo fare o perché preferiremmo fare qualcos’altro. A volte però la procrastinazione diventa quasi uno stile di vita, una modalità con la quale si evitano la maggior parte degli impegni e delle scadenze. Quando l’abitudine a procrastinare si consolida, generalmente finisce poi per influire su aree sempre più vaste della propria vita. Ci si ritrova quindi a rimandare costantemente l’inizio, la prosecuzione o il completamento di numerose attività. Questo atteggiamento può far insorgere problemi al lavoro e/o nella vita sociale e influenzare la fiducia che nutriamo nei confronti delle nostre stesse capacità. 

10 modi in cui potresti sabotare il tuo successo

Tutti noi odiamo fallire, ma per qualcuno, il fallimento rappresenta una tale significativa minaccia psicologica che la motivazione ad evitare il fallimento supera la motivazione ad avere successo. Questa paura del fallimento induce a sabotare inconsapevolmente le proprie possibilità di successo, in una varietà di modi.

Fallire può suscitare sentimenti di delusione, rabbia, frustrazione, tristezza, rimpianto e confusione e, seppur sgradevoli, essi non sono di solito sufficienti ad innescare una vera paura del fallimento. Infatti, il termine è un termine improprio perché non è il fallire in sé che determina questo comportamento. La paura del fallimento, in questo caso, è essenzialmente una paura della vergogna. Le persone che hanno una profonda paura di fallire sono motivate ​​ad evitare il fallimento non tanto perché non possono gestire le emozioni di base quali delusione, rabbia e frustrazione, ma perché fallendo provano una profonda vergogna.

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La storia del bicchiere d’acqua e dello stress

La storia sullo stress e del bicchiere d’acqua narra della storia di un professore di Psicologia che tenne una lezione ai suoi studenti con in mano un bicchiere d’acqua.

Tra gli psicologi è abbastanza nota e anche sul web circola parecchio. In ogni modo chiarisce a mio avviso, un aspetto dello stress e delle preoccupazioni poco considerato e per questo ve la ripropongo qui.

La-storia-del-bicchiere-dacqua-psicologo-pagani La storia del bicchiere d'acqua e dello stress

FALLIMENTO: 10 spunti da tenere a mente

Benchè il fallimento sia un’esperienza demoralizzante e dolorosa, esso fa parte della vita. Purtroppo non ci è possibile controllare quali eventi negativi ci capiteranno nelle nostre esistenze, tuttavia ci è possibile regolare, in larga misura, come reagiremo ad essi.

Spesso il fallimento conduce le nostre menti a pensare cose che non sono vere. Se non ci rendiamo conto di questo meccanismo e non impariamo a rispondere agli insuccessi in modi psicologicamente adattivi, essi rischiano di paralizzarci, demotivarci e limitare le nostre possibilità di fare bene in futuro.

(…) Ecco 10 spunti da tenere a mente sul fallimento, che vi aiuteranno in un percorso di trasformazione di un esperienza difficile e dolorosa in una potenzialmente costruttiva e utile.

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Come imparare a dire no! senza avere sensi di colpa?

Come imparare a dire no! senza avere sensi di colpa?
Utile articolo che spiega l’importanza del saper dire NO alle richieste altrui, sia per mantenere una buona autostima che per avere delle relazioni più autentiche con gli altri.

Imparare a dire No è anche salutare: riduce lo stress, l’ansia e fa sentire più sereni.

Ecco un decalogo su come apprendere questa abilità indispensabile per non essere sepolti dalle richieste degli altri o dai propri eventuali sensi di colpa.

portfolio-41-300x180 Come imparare a dire no! senza avere sensi di colpa?

  1. Iniziamo a rispondere con un chiaro, fermo e udibile “No”.
  2. Non ci scusiamo e soprattutto non ci giustifichiamo. Forniamo solo le nostre ragioni ricordando a noi stessi che abbiamo il diritto di dire “No”.

6 Verità Sull’Essere Felici.

Nonostante quello che potremmo credere, molto spesso, non stiamo davvero cercando la nostra felicità. Ci atteniamo ai precetti e agli ideali della società, della nostra famiglia e di altre influenze che possono soffocare il nostro personale punto di vista. Passiamo la vita a ripetere schemi e ricette del nostro passato che non ci servono nel presente. A vari livelli, non riusciamo a differenziarci, a limitare le influenze esterne e a realizzare il nostro valore unico nel mondo che ci circonda.

11 Verità da Ricordare Dopo un Errore o un Fallimento

Queste 11 verità da ricordare dopo un errore o un fallimento possono rivelarsi davvero preziose per scovare la paura da cui origina il proprio atteggiamento all’evitamento delle situazioni. Inoltre, offre delle utili indicazioni su come inquadrare gli errori in una prospettiva che tenga conto più dei guadagni che delle presunte perdite.

Senzanome 11 Verità da Ricordare Dopo un Errore o un Fallimento

Il successo è l’abilità di passare da un fallimento all’altro senza perdere l’entusiasmo

(Winston Churchill)